S. Valle Parri: Madonne del latte. La Senologia nell’arte sacra del Cantone Ticino

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Titel
Madonne del latte. La Senologia nell’arte sacra del Cantone Ticino


Autor(en)
Valle Parri, Silvia
Erschienen
Locarno 2020: Dadò
Anzahl Seiten
176 S.
von
Miriam Nicoli

Silvia Valle Parri, storica dell’arte laureata all’Università Statale di Milano, già collaboratrice della Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate, ci conduce in un viaggio nel tempo e nello spazio, alla riscoperta della devozione alla Madonna del latte, la cui immagine è ampiamente diffusa anche nell’odierno Canton Ticino.

La rappresentazione della Madonna che allatta è senza dubbio una delle più antiche dell’arte cristiana. Essa conobbe grande propagazione nel edioevo e nei secoli seguenti. In generale la Devotio Mariana venne, come ben noto, rafforzata in seguito alla Controriforma, anche a sostegno della dottrina dell’Immacolata Concezione e dell’Assunzione di Maria: festività presenti nella pietà popolare, ma ufficializzate solo in tempi più recenti. L’Immacolata Concezione è proclamata da Pio IX nel 1854 con la bolla Ineffabiles Deus e l’Assunzione viene eletta a dogma nel 1950, con la Munificentissimus Deus di Pio XII.

Introdotto da una breve presentazione di Chiara Simoneschi Cortesi e da una prefazione del Dottor Edio Pusterla, promotore della fondazione di Pro-Senologia, che ha patrocinato la ricerca, il libro è strutturato in tre parti.

Nel capitolo introduttivo, intitolato Dall’Oriente all’Occidente (pp. 24-65), Valle Parri, basandosi soprattutto sulla ricca letteratura internazionale dedicata all’iconografia della Vergine Maria, presenta le fonti, i modelli in evoluzione e riassume gli elementi principali relativi al tema iconografico delle Madonne allattanti, le cui radici si intrecciano con il soggetto figurativo della dea Iside lactans. Apparso inizialmente nell’attuale Medio Oriente, il culto mariano e, nello specifico, anche quello della Madonna del latte, si diffuse in tutta l’area mediterranea e in Occidente, a partire dal secolo XI, in concomitanza con le Crociate e sulla scia degli accresciuti scambi commerciali. Tra gli oggetti di culto portati in Europa, rileva l’autrice, si annoverano anche reliquie del “Latte di Maria”, conservate in importanti santuari nonostante la Chiesa, a partire dal XVII secolo, avesse espresso forti dubbi sulla loro autenticità. Il capitolo è arricchito da un’iconografia di provenienza internazionale (statue, incisioni, quadri, affreschi).

Nel secondo capitolo, forse la parte più originale del libro, intitolato Nel Cantone Ticino (pp. 68-131) viene mappata la presenza del culto nel territorio cantonale. L’autrice, con l’aiuto dell’Ufficio dei Beni culturali di Bellinzona e sulla base di precedenti pubblicazioni sul tema, come Il latte della vita. Alla scoperta della Madonna del Latte tra varesotto e Canton Ticino (2015), ne ha censite ben 105 (soprattutto affreschi), presenti non solo nelle chiese e nei santuari, ma anche sui muri di abitazioni civili e stalle, e sui tabernacoli di campagna, detti “santelle”. L’immagine più antica segnalata è quella dipinta sul muro dell’oratorio di Sant’Ambrogio al Castelletto a Camignolo, risalente alla fine del XIII secolo.

L’autrice propone un’analisi dei modelli iconografici e delle loro relative varianti distinta tra Sopraceneri e Sottoceneri. Le due regioni hanno infatti subito influssi pittorici diversi. Precisi confronti stilistici portano Valle Parri alla conclusione che a Sud le committenze sono locali o legate al comasco e al varesotto, mentre a Nord risulta più marcata l’influenza di botteghe attive nella provincia di Novara.

Di fatto quella esposta in spazi pubblici è solo una parte dell’iconografia legata al culto mariano nei territori dell’antico Ticino: per una migliore comprensione della devozione alla Madonna del latte e al culto di Maria Vergine più in generale, l’indagine iniziata da Valle Parri potrebbe essere estesa, ad esempio, a una riflessione in relazione alla pietà familiare, andando a studiare gli spazi privati e in essi gli oggetti devozionali (amuleti, quadri, icone, libri, ...).

Con il terzo capitolo, Ostetriche, balie e venturini (pp. 134-165), l’autrice intende proporre una riflessione sui temi non facili del baliatico e dell’infanzia abbandonata, traendo spunto da fonti di varia natura e provenienza, tra cui testi di medicina medievale. Un corpus documentario purtroppo debole per un’analisi diacronica (dal Medioevo alla fine del XIX secolo), costruito in maniera poco chiara, soprattutto in relazione alle opere di referenza per i saperi anatomici.

Valle Parri propone un’analisi non sempre precisa e si rivela poco consapevole dell’evoluzione internazionale della storiografia sul tema, cosicché anche a causa della scarsa presenza di letteratura secondaria attenta al genere, l’ultima parte del volume appare carente, quasi una nota stonata in un insieme altrimenti interessante e ben elaborato.

Negli ultimi anni, infatti, la Lactation History ha beneficiato di notevoli apporti andando a definirsi come un campo di ricerca specifico, nel quale le università svizzere sono attrici di primo piano. A tal proposito va segnalato il progetto Sinergia Lactation in History: a Crosscultural Research on Suckling Practices, Representations of Breastfeeding and Politics of Maternity in a European Context, finanziato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica, e condotto tra il 2013-2017 in collaborazione interdisciplinare tra le università di Ginevra, Friburgo e Losanna (per maggiori informazioni si consulti il sito del progetto https://unige.ch/ lactationinhistory).

Il viaggio alla scoperta delle belle e delicate immagini della Madonna che allatta il suo bambino – la Maria del Bramantino «di una bellezza estenuata» (p. 49); «l’algida Vergine dall’incarnato di pesca» di Giovanni Antonio Boltraffio (p. 58) – inizia con la lettura del libro, riccamente illustrato, e idealmente prosegue in un pellegrinaggio vero e proprio alla scoperta dei luoghi di culto disseminati in Ticino (non tutte le Madonne del latte “ticinesi” sono riprodotte nelle immagini).

Il volume, elegantemente composto, è infatti felicemente corredato da una cartina e da un elenco delle opere censite nel Cantone, organizzate per distretto. Un’iniziativa lodevole e un’occasione unica per chi vuole scoprire i numerosi volti di Maria e cullarsi in un materno abbraccio.

Zitierweise:
Nocoli, Miriam: Valle Parri, Silvia: Madonne del latte. La Senologia nell’arte sacra del Cantone Ticino, Locarno 2020. Zuerst erschienen in: Archivio Storico Ticinese, 2021, Vol. 169, pagine 149-150.

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Zuerst veröffentlicht in

Archivio Storico Ticinese, 2021, Vol. 169, pagine 149-150.

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